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Articolo giornalistico dedicato a Don Liborio Romano, raccolto da Giovanni Spano

Titolo: LIBORIO ROMANO PADRE DELL'UNITA' D'ITALIA

1° CLASSIFICATO CONCORSO LETTERARIO VERETUM 2017

LIBORIO ROMANO PADRE DELL’UNITA’ D’ITALIA

UN GRANDE UOMO DIMENTICATO DALLA STORIA UFFICIALE

 

Se una persona nasce al sud, ha scarse prospettive di affermazione. Da questo modo di ragionare comune, mi permetto di dissentire. Il sud è ricco di personaggi, che hanno dato e danno lustro all’Italia.

Liborio Romano, pur essendo nato (il 27 Ottobre 1793) in uno dei più piccoli paesi d’Italia, Patù (dove vi morì il 17 Luglio 1867), località situata per giunta nel profondo sud, riesce a scalare il potere a livello nazionale e non solo, riuscendo a dare un contributo notevole all’Unità d’Italia.

Infatti, nel periodo antecedente all’unificazione della nazione, 1860 , ricopre incarichi di notevole importanza essendo Ministro dell’Interno e Prefetto di Polizia a Napoli sotto i Borboni.

Questa condizione per le popolazioni meridionali fa ben sperare perché dimostra che non basta essere nati nel sud per essere tagliati fuori dalla politica nazionale: l’impegno ed il desiderio di emergere può dare una grossa spinta verso il successo. E per questo servono ambizione e determinazione, unita alla consapevolezza dei valori che possiedono le genti del sud. Quindi, forza popolo del sud, noi non siamo migliori, ma nemmeno peggiori del resto d’Italia e del mondo.

Don Liborio, è un personaggio che ha dato tanto all’Italia per la sua unificazione, e non solo lui. Anche tanti altri personaggi ne hanno fatto parte e sacrificato la propria vita per il Risorgimento salentino e italiano. Peccato che la storia ufficiale ignori questo grande contributo. Ma giunge sempre il momento della consapevolezza, della presa di coscienza e della crescita culturale per riappropriarci della nostra storia, delle nostre radici. Se non lavoriamo noi per far crescere la conoscenza, è illusorio pensare che lo facciano gli altri.

A Liborio Romano va riconosciuto il merito di essere stato uno dei pionieri della storia post unitaria del sud ed uno dei primi politici che ha alzato la voce per denunciare le condizioni disastrose in cui il meridione era stato relegato. In una lettera del 1860 indirizzata a Cavour, detta delle dieci piaghe del sud, indica i mali delle nostre popolazioni, ma ne elenca anche i rimedi, lettera che non viene presa in considerazione, perché Cavour muore nel 1861, si sospetta sacrificato dai poteri forti.

Questa lettera, letta a 150 anni di distanza dall'unificazione, dimostra che le sue denunce siano rimaste inascoltate perché da allora non è cambiato nulla. Ma questo dimostra anche che Liborio Romano, era un genio ed un grande uomo politico. Infatti, il Cavour, che non lo aveva conosciuto prima personalmente, una volta che lo ebbe incontrato, lo definì come “la migliore testa pensante del mezzogiorno d’Italia”.

Ma evidentemente, la collaborazione tra questi due personaggi, non andava bene ai potenti dell’epoca ed i due uomini politici, in modi diversi, vengono eliminati: Cavour ucciso con strane pratiche mediche proprio dagli stessi medici che avrebbero dovuto curarlo, Liborio Romano, esiliato nel parlamento e reso innocuo, perché non era accettabile che un parlamentare potesse battersi per i popoli del sud, e Don Liborio questo ruolo lo svolgeva e l'ha svolto fino alla sua morte.

La sua coerenza, lo ha portato a non fare le scelte per convenienza, personale o politica, ma ha percorso la via del cuore, e il suo era molto legato al sud e alle sue genti. Oggi si parla ancora di trasformista, voltagabbana, camorrista, ecc... , tutti appellativi che vanno smontati uno per uno. Lui non era attaccato alla poltrona come tanti suoi conterranei, ma aveva nel cuore i destini delle genti meridionali. Il carattere di don Liborio, viene evidenziato in una lettera che il fratello Giuseppe, anche lui deputato, aveva scritto ad un amico, dove si diceva che Liborio avendo ricoperto incarichi così importanti avrebbe potuto essersi ricoperto d’oro, ma a lui bastava il poco che aveva di suo e non chiedeva altro, addirittura è detto comune che lui sia morto in povertà. Questa è la morale di don Liborio, non quella degli opportunisti politici del suo tempo ed odierni che mirano a tutelare i propri interessi politici e personali.

Naturalmente, non bisogna dimenticare che lui faceva parte di una famiglia nobile di Patù e con le sue risorse, nella piccola Patù e paesi vicini, poteva sostenere le sue ragioni con una certa autorità. Inoltre i suoi possedimenti erano tali che garantiva anche un certo benessere al personale da lui dipendente ed anche all'economia locale.

Ma per ritornare all'analisi della figura del Romano ed al suo impegno politico, che tanti guai gli hanno procurato nel tempo, ricordo che lui nasce liberale e non nasconde mai una certa avversità al regime borbonico. Questa sua posizione gli causerà anche restrizioni personali della libertà personale, il confino e l'esilio, per circa venti anni della sua esistenza, senza però mai subire un processo. E sotto il regime borbonico, bastava che qualche avversario politico o persona gelosa facesse una delazione, denunciando anche comportamenti non veri, che si veniva incriminati, arrestati ed incarcerati senza alcun processo. E questo era un altro degli aspetti negativi della giustizia borbonica.

La storia e i presunti storici, si ricordano di lui, solo quando c’è da denigrare la sua immagine, e quindi viene rappresentato via via come trasformista, voltagabbana ed, infine, anche come camorrista. Per cui penso sarebbe ora di smetterla di giudicare, senza conoscerne i comportamenti e gli avvenimenti nella loro interezza e tanto meno la vera realtà politica di Napoli nel periodo borbonico antecedente all'unità d'Italia.

Lui non è trasformista e tanto meno voltagabbana, ma persegue una sua idea ed un suo progetto politico: traghettare il regno delle due Sicilie, verso la sua fine naturale, ormai segnata, in modo pacifico ed evitando spargimenti di sangue.

E poi utilizzare la parola “camorrista” mi sembra anche impropria e poco appropriata al personaggio. Risponde al vero che lui raggiunge degli accordi informali con la camorra, ma al solo fine di tenere sotto controllo la città di Napoli nel periodo del trapasso dei poteri dal vecchio regime al nuovo ed al solo fine di evitare una carneficina tra napoletani.

Lui stesso nelle sue memorie afferma che in tempi normali non avrebbe fatto mai quelle scelte ed aggiunge che il “suo compito era quello di salvare Napoli” e con questi ideali si mosse.

L’episodio del coinvolgimento dei camorristi, può essere condensato in questi termini: Napoli era allo sbando, non esisteva più la polizia ufficiale, la camorra era pronta a mettere le mani sulla città di Napoli, Garibaldi era accampato a Salerno, pronto alla conquista di Napoli. In questa situazione precaria e difficile Liborio Romano si è trovato ad operare mentre gli altri scappavano.

Lui stesso afferma nelle sue memorie, che in “una situazione di grande disordine e confusione, mi feci soccorrere da un’idea un po' bizzarra: salvare il male con il male stesso”. Come oggi, il male di allora era la camorra, ed è di questa che lui decide di servirsi.

A Napoli Liborio Romano esercitava la professione di avvocato ed era molto noto per la sua bravura. Aveva uno studio molto importante dove lavoravano altri quattordici avvocati, tutta gente qualificata, e professionalmente preparata, tant'è che dopo l'unificazione quasi tutti sono diventati parlamentari. Nel suo ruolo di avvocato, per motivi professionali, aveva avuto anche dei rapporti in cause civili e penali con elementi malavitosi e decide di sfruttare tali conoscenze professionali per una collaborazione con la malavita tesa a mantenere l'ordine nella città in un momento di grande confusioni dove anche le associazioni criminali avrebbero potuto mischiarsi alla confusione per alimentarla e gestirla a loro vantaggio. Allora fa chiamare a casa sua i capi dei malavitosi, e dopo averli confusi abbastanza con vaghe promesse di condoni, li convince ad una collaborazione in cambio di una cancellazione del loro trascorsi da criminali dando ad intendere che nella realtà lui gli stava offrendo di redimere il loro passato delinquenziale entrando a far parte delle forze di polizia. L'offerta è troppo allettante per lasciarsela sfuggire e queste persone accettano di collaborare per mantenere la serenità e la tranquillità a Napoli.

Il Prefetto Romano, forte di questo assenso, organizza così delle ronde miste, in modo da impedire alla malavita di sfruttare eventuali situazioni di confusione e bloccarne i movimenti. Le ronde fra l'altro erano sbilanciate nel numero dei componenti, nel senso che le forze regolari di polizia erano in maggioranza ed i malavitosi non erano armati, ed erano individuabili da una coccarda tricolore.

Qualcuno potrebbe sostenere che qualche interesse privato in questa situazione, i camorristi lo avrebbero attuato lo stesso, ma Liborio Romano aveva messo in conto anche questa possibilità. Infatti aveva capito che nelle nuova veste di immunità in cui i camorristi si trovavano qualche interesse privato avrebbero potuto gestirlo lo stesso anzi meglio. Ma era il prezzo da pagare per garantire l'ordine a Napoli in un momento in cui la confusione avrebbe potuto favorire meglio e di più la criminalità se lasciata libera e non vincolata da quell'accordo che lui furbescamente aveva fatto accettare loro in cambio del condono delle loro colpe.

Questo stratagemma permise al Romano di tenere sotto controllo l’intera città e a Garibaldi di raggiungere Napoli in treno ed entrare in città a piedi e disarmato, dove viene accolto in una città pacifica ed addobbata a festa, e accompagnato in carrozza per le vie di Napoli insieme a Liborio Romano e ad Antonietta De Pace, anche questa eroina e patriota salentina di Gallipoli.

In quell'occasione non fu sparato un solo colpo e non venne sparsa neppure una goccia di sangue. Per questo accordo furbesco, che ha scongiurato una guerra civile, Liborio Romano ancora oggi, a 150 anni dalla sua morte (1867-2017), si porta dietro l’onta di una distorsione storica a lui sfavorevole ma soprattutto il marchio di camorrista.

Ma i tanti denigratori e puritani non gli riconoscono alcun merito, ovvero quello di aver salvato la città di Napoli da una guerra civile, dallo spargimento di sangue fraterno e di una eventuale distruzione o danneggiamento dell'arredo urbano.

La storia di questi ultimi anni ha riabilitato tutti, fascisti, comunisti, partigiani ecc..., ed alla fine si riabiliteranno anche i brigatisti del nostro recente passato, mentre il Romano rimane vittima di una lunga persecuzione, in vita e in memoria, a causa della sua coerenza e della suo straordinario intuito politico che gli ha permesso di servire sempre il popolo, mettendo da parte gli interessi personali.

Oggi, coloro che hanno apprezzato l'opera di questo personaggio cominciano a capire che qualcosa si sta muovendo in senso positivo per rendere giustizia all'operato di Liborio Romano. In questi ultimi anni, infatti, sono state presentate tre tesi di laurea sulla sua figura ed, inoltre, sono stati pubblicati diversi libri e saggi che approfondiscono la sua azione politica.

Forse un giorno il giudizio su Liborio Romano si modificherà e coloro che oggi lo denigrano un domani potranno apprezzarne il suo operato pratico e politico. Infatti, se la storia dimentica, una schiera sempre più numerosa e convinta della verità storica, non si omologa con i denigratori e non dimentica!

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE SU LIBORIO ROMANO:

 

1) MEMORIE POLITICHE DI LIBORIO ROMANO
a cura di Giuseppe Romano - Ed. Giuseppe MARGHIERI - Napoli 1873

2) 
SAGGIO STORICO SULL'ATTIVITA' POLITICA DI LIBORIO ROMANO
Guido Ghezzi - Ed. Felice LE MONNIER - Firenze 1936 

3) 
DON LIBORIO ROMANO E LA CADUTA DEI BORBONI
Pietro Marti - Ed. Tipografia Dante Alighieri - Lecce 1909

4) 
IL MIO RENDICONTO POLITICO
a cura di Gaetano e Alessandro Romano - Ed. Angelini & Pace - Locorotondo 1960

5)
 DON LIBORIO ROMANO un meridionale scomodo
Antonio De Leo - Ed. Rubettino - Soveria Mannelli (Cz) 1981

6) 
LIBORIO ROMANO il grande calunniato
Vittorio Zacchino - Ed.Grafiche PANICO - Galatina (Le) 1995

7)
 DALLA SETTA AL GOVERNO LIBORIO ROMANO
Giancarlo Vallone - Ed. JOVENE - Napoli marzo 2005

8)
 SCRITTI POLITICI MINORI con inediti e rari di A.Romano,G.Romano,G.Balsamo e C.Nigra
Giancarlo Vallone - Ed.Centro Studi Salentini - Lecce febbraio 2005

9)
 IL MIO RESOCONTO PARLAMENTARE
Liborio Romano - Napoli 12 agosto 1861

10)
 Il personaggio LIBORIO ROMANO
Francesco Accogli - Ed. IL LABORATORIO - Castiglione (Le)1996

11)
 MEMORIE POLITICHE
a cura di Fabio D'ASTORE - Ed. GIUFFRE' - Milano 1992

12)
 LIBORIO ROMANO E L'ITALIA
Vincenzo DE PETRA - Napoli 1861

13)
 LIBORIO ROMANO
Biografia anonima - 13 agosto 1860

14)
 LIBORIO ROMANO E CATALDO NITTI
Giovanni De Matteis - Taranto 1938

15) 
LIBORIO ROMANO
Giuseppe LAZZARO - Torino 1863

16) 
BOLLETTINO STORICO DI TERRA D'OTRANTO N.6 (Miscellanea) Autori vari - 6-1996
Società di storia patria sez. di Galatina - Ed. CONGEDO - Galatina 1996 

17) 
L'INVENTORE DEL TRASFORMISMO - Liborio Romano - strumento di Cavour per la conquista di Napoli
- Nico Perrone - Rubbettino editore - Soveria Mannelli 2009 

18) 
MOMENTI E FIGURE DEL RISORGIMENTO SALENTINO (1799-1861) - Il cammino verso l'Unificazione visto dal tacco d'Italia
- Vittorio Zacchino - EdiPan Grafiche Panico - Galatina (LE) 2010 

19) 
""...GIUDICATE SUI FATTI" LIBORIO ROMANO E L'UNITA' D'ITALIA
- Autori vari (pubblicazione degli atti del processo a Liborio Romano - estate 2011) - EdiPan Grafiche Panico - Galatina (LE) Luglio 2012 

20) 
IL TRATTO DI LIBORIO ROMANO (lavoro teatrale)
- Walter Cassiano - EdiPan Grafiche Panico - Galatina (LE) Luglio 2012 

21) 
NOTE DI STORIA E CULTURA SALENTINA(Miscellanea di studi) - Autori vari - Edizioni Grifo - Lecce (LE) Maggio 2012 

22) DON LIBORIO ROMANO E I SUOI TEMPI (Dalla Rivista Storica Salentina) 
- PIETRO PALUMBO 

Tipografia Ed.Leccese - Lecce (LE) 1909 

23) 
LIBORIO ROMANO illustre salentino ..... per pochi, sconosciuto per altri (Dal diario di don Liborio) 
- GIOVANNI SPANO 
Tipografia Carletta - Gagliano del capo (LE) 2015 

24) 
ARRESTATE GARIBALDI. L'ordine impossibile di CAVOUR 
- NICO PERRONE 
SALERNO EDITRICE - ROMA 2016 

25) 
L'AGENTE SEGRETO DI CAVOUR - Giuseppe Massari e il mistero del diario mutilato 
- NICO PERRONE 
CASA EDITRICE PALOMAR - MANOCALZATI (AV) 2011 

26) 
IL TESTAMENTO DI DON LIBORIO - PADRE D'ITALIA
- UMBERTO REY
1^ ED.- EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA (BA) - Marzo 2017 - 2^ ED. MORFEO EDITORE - SOGNA ITALIA - Giugno 2017 

27) “LA VITA DI DON LIBRORIO ROMANO” (di prossima pubblicazione).

 

 

Patù 26 lug 2017 Giovanni Spano

 

 

Articolo letto 612 volte

Autore: Giovanni Spano

Data di pubblicazione: 12/01/2018

Testata: Veretum concorso letterario 2017

 
 
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