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  Libro degli ospiti - Don Liborio Romano

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Ci sono 242 Messaggi

paololucio

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Scritto da : domenica, 24 maggio 2009 12:07:04
Località : ragusa
E-mail : wsicilia@libero.it
Sito Web : http:// wsicilia@libero.it
Messaggio : Gent.mo Sig. Spano,
Anch'io, e mi scuso per questo, riscontro il Suo cordiale messaggio con un certo ritardo, seppure per evidenziare il mio disaccordo con i Suoi convincimenti.
Dire che la colpa è nostra nella nomina dei nostri rappresentanti al parlamento equivale dire che i contadini e le masse popolari abbiano avuto un minimo di attività nel caro e amatissimo risorgimento : Niente di più falso, semmai le masse, come sempre è avvenuto in tutte le vicende storiche, le hanno subite.
Proprio per questo Lei saluterà presto il nuovo onorevole Emanuele Filiberto, come io ho salutato il nuovo senatore Totò Cuffaro, quello dei cannoli per intenderci.
La mafia, la massoneria, i potentati, i colletti bianchi decidono per Voi ( io non voto da sette anni); io coltivo soltanto il sogno della mia vita, illusione, sogno, visione, utopia, di una Sicilia libera, Grande e Indipendente.
Ma, a parte i sogni, mi contenterei di vedere distrutto il busto di un certo personaggio che , nel bel mezzo del giardino pubblico, fa bella mostra di sè, con una scritta memorabile che intendo parteciparLe : Ad Umbertodi Savoia, al re buono che, in civil reggimento, più che sovrano fu padre al suo popolo, questo ricordo ............ pose a perenne ricordo di lui e ad esacrazione dell'orrendo misfatto di cui fu vittima.
Torino 1844 Monza 1990
Per intenderci, costui fu quello che diede ordine al generale Bava Beccaris di sparare sulla folla, composta da donne e bambini che chiedevano pane.
Si trattò di un eccidio vendicato dall'anarchico Bresci, il quale, per conto mio, metirerebbe di essere proclamato santo.
Lei, come me, saprà come per l'ordine perfettamente eseguito, il militare Beccaris fu insignito della più alta onorificenza dei savoia, oltre che nominato senatore del regno; e tutto ciò per aver ammazzato un centinaio di donne e bambini, per eseguire l'ordine di uno che meriterebbe di essere riesumato ed impiccato anche da morto, un morto che, da vivo, si vantava di non aver mai letto un libro in vita sua!
Caro amico che mi leggi, ci vorrebbe soltanto un pò di giustizia in più, parlo di giustizia e non di carità o perdono: Giustizia anche nei confronti di altri, come Francescodi Borbone, colpevole di essere stato soltanto un buono, mentre altri si prodigano a trovare giustificazioni o altre interpretazioni di comodo per altri personaggi, il cui ricordo dovrebbe perdersi nell'oblio del tempo.
Tanto ho ritenuto di manifestarLe, caro amico che mi leggi, magari con apparente cattiveria verso qualche personaggio, comunque con sincerità e manifesto convincimento.
Un abbraccio.
Paololucio
Giovanni Spano

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Scritto da : sabato, 16 maggio 2009 07:32:26
Località : Patù
E-mail : info@donliborioromano.it
Sito Web : http://www.donliborioromano.it
Messaggio : Signor Paololucio, intanto mi scuso per non aver risposto prima. Forse il sito su cui ha trovato notizie su Liborio Romano, è quello che stiamo usando per dialogare.
150 anni, saranno passati inutilmente, se noi non facciamo la nostra parte, perchè le cose cambino. Io comunque rimango del parere, che a parte il modo in cui è stata fatta l'Unità d'Italia, i peggiori nordisti-savoiardi, come li definisce lei, sono i nostri compaesani, concittadini, insomma le genti del sud che noi mandiamo al governo, che nella maggior parte dei casi, fa solo i propri interessi, trascurando e dimenticando i bisogni del sud; e quando dico bisogni non mi riferisco al clientelismo, ma al riscatto dei popoli del sud. Bisogna credere nelle proprie capacità e se qualche volta non siamo stati rappresentati bene in parlamento, dobbiamo avere la forza di cambiare, la gente per bene c'è ancora.
Un cordiale saluto.
paololucio

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Scritto da : lunedì, 4 maggio 2009 19:47:16
Località : chiaramonte gulfi
E-mail : wsicilia@libero.it
Messaggio : Ho letto qualcosa, su un sito che ho trovato poc'anzi, a proposito di liborio romano.
Se il giudizio sui fatti, e più ancora sugli uomini, è quello che ho letto, è giusto che il Sud venga considerato dai nordisti-savoiardi meno che terra di sottosviluppo.
Per quanto mi riguarda, devo fare buon viso a cattiva sorte e ritengo la mia Terra una Nazione ancora occupata da 150 anni: Quando troveremo la forza e l'orgoglio di risollevarci, prendendo a calci il culo i nuovi nordisti, sarà il giorno più bello della mia vita.
Paolo
Giovanni Spano

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Scritto da : domenica, 5 aprile 2009 08:56:31
Località : Patù
E-mail : info@donliborioromano.it
Sito Web : http://www.donliborioromano.it
Messaggio : Ciao signor Alessandro, quanto sono concorde con le tue riflessioni, purtroppo i più (specie se di parte), non vogliono la verità, ma nascondendo la testa nella sabbia, cercano solo i colpevoli, senza però avere il coraggio di dare merito al merito. Chi opera può sbagliare, chi sta alla finestra aspettando il momento opportuno, ha sempre ragione, perchè comunque sta dalla parte del vincitore.
Io penso che più che litigare, noi popoli del Sud, faremmo bene a rimboccarci le maniche, ed avere quella voglia di fare chiarezza su dei fatti che andrebbero studiati molto attentamente.
La superficiaità , e qualche nozione che ci hanno messo in bocca, non fanno bene alla nostra causa.
Approfondiamo le vicende storiche e discutiamone serenamente.
Giovanni Spano
ALESSANDRO MARTELLA

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Scritto da : domenica, 5 aprile 2009 08:46:49
Località : Taranto
Messaggio : Taranto 04/04/2009
egregio signor Giovanni,
le invio il file pdf del libro, gratuitamente distribuito sul web, "il Sud e l'unità d'Italia", che costituisce un approccio interessante alle origini della mai sanata questione meridionale.
E' fondamentalmente una sintesi, abbastanza moderata, della letteratura che si è formata intorno alle ragioni politiche ed economiche che condussero al crollo di un regno borbonico che non era affatto in sfacelo, al contrario dello stato piemontese, dissanguato dalle guerre che conduceva per tessere alleanze e per alimentare i noti motivi espansionistici.
Io sono convinto che i tempi storici fossero comunque maturi per l'unità, come alcune menti illuminate e liberali (v. don Liborio Romano) avevano capito.
Certamente si sarebbe potuta compiere con molto meno sangue, versato dal Sud per un decennio dopo il 1860, e tanta emigrazione e miseria si sarebbe potuta evitare da parte di molte regioni non solo meridionali.
Lo stesso Settembrini, liberale perseguitato dal governo borbonico, ebbe a scrivere una dura protesta per le condizioni in cui crollò il Meridione all'indomani dell'unità.
Poteva per esempio attuarsi nella forma federalista che aveva prospettato Gioberti, concedendo più tempo al processo di integrazione dei popoli attraverso il confronto delle istanze e delle necessità locali di cui si sarebbero fatti carico i governanti dell'epoca: ma la sua lungimiranza non venne nè capita nè accettata da essi, in primis lo stesso Ferdinando II di Borbone, figuriamoci i Savoia, dinastia guerriera per antonomasia.
....comunque queste sono le riflessioni di un non-storico, ossia un semplice lettore.
Buona lettura.
Con buona probabilità la verrò a salutare domani.
Giovanni Spano

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Scritto da : sabato, 10 gennaio 2009 17:48:47
Località : Patù
E-mail : info@donliborioromano.it
Sito Web : http://www.donliborioromano.it
Messaggio : CIAO VALENTINO, COLGO L'OCCASIONE PER RINGRAZIARTI UFFICIALMENTE DEL DONO CHE HAI FATTO A ME E ALL'ASSOCIAZIONE. I DOCUMENTI SONO PREZIOSISSIMI E OCCUPANO UN POSTO DI PRIMO PIANO NELLA MIA BIBLIOTECA.
SO CHE LA TUA E-MAIL E' DI QUALCHE TEMPO FA, CHE IO PURTROPPO NON SO COME MAI, MA NON AVEVO LETTO. LA SORPRESA DEL DONO, E' STATA VERAMENTE GRANDE, PERCHE' QUANDO CI SIAMO INCONTRATI, IO NON NE SAPEVO NIENTE. PER IL CONTENUTO ED IL PENSIERO ESPRESSO CI TROVA CONCORDI, NE ABBIAMO PARLATO A VOCE. ANCHE SE APPARENTEMENTE PARTEGGIO PER LIBORIO ROMANO, IN EFFETTI, COME TE, SONO PER LA CHIAREZZA DEGLI EVENTI CHE HANNO FATTO LA NOSTRA STORIA.
DOBBIAMO CONTINUARE NELLA RICERCA DELLA VERITA' E PER RIVALUTARE ANCHE QUELLA SCHIERA DI PERSONE CHE SONO STATE COINVOLTE NEL BRIGANTAGGIO SENZA CONOSCERNE LA STORIA E GLI EFFETTI, MA SOLO PER DIFENDERE QUELLI CHE ERANO I LORO DIRITTI.
UN CARO SALUTO - GIOVANNI
ROMANO VALENTINO

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Scritto da : sabato, 10 gennaio 2009 17:33:31
Messaggio : Gentile sig. Spano,
solo oggi - per caso - ho avuto modo di leggere il suo pacato
intervento che (presumo) sia una lettera mandata alla Gazzetta in
relazione ad una mia nota sulla rubrica delle "lettere".
La ringrazio per i suoi apprezzamenti e per la cortesia, ma devo
precisarle alcune cose:
Non ho assolutamente alcuna cultura filoborbonica: semmai appartengo
alla schiera di coloro che, pur non mettendo in discussione l'Unità
d'Italia, ne contestano le modalità con cui essa fu attuata. Questa
posizione mi consente di essere abbastanza obiettivo (basta leggere le
mie pubblicazioni e i miei saggi). L'obiettività che mi sforzo di
perseguire non mi impedisce però di riconoscere ai Borbone quello che
di buono fecero nel Meridione e non mi impedisce di condannarli per la
conduzione casareccia e paternalistica delle cose del Regno.
Mi occupo in prevalenza di brigantaggio (non solo quello postunitario)
e in ogni posto in cui mi è data occasione di parlare preciso sempre
che la mia idea di tale fenomeno sia quella di una rivolta anarcoide di
una classe sociale (quella contadina) che avvertiva i disagi del suo
stato, ma non aveva ancora piena coscienza di essere "classe sociale".
Mancando questa consapevolezza, non aveva capi acculturati, mancava di
un progetto politco a medio e lungo termine; aveva una sola possibilità
perfar valere le proprie ragioni nell'imediatezza: il ricorso alla
violenza. A queste motivazioni sociali (appena accennate, per non
annoiarla troppo) si aggiunsero anche motivazioni legittimistiche, ma
furono parziali per numero e per durata (Borges, Tardio, Roamno e pochi
altri)
Veniamo a don Liborio: la mia era certamente una nota di colore,
inserita soprattutto per contrastare quel tizio che mi aveva accusato
di denigrare gli attuali omonimi dei vecchi briganti: non era
assolutamente mio intendimento offendere don Liborio, il quale peraltro
era e resta una figura assai complessa, che mi piacerebbe approfondire
ulteriormente.
Una cosa mi pare certa: Garibaldi entrò in Napoli tra la folla
plaudente e questa folla era stata "precettata" dai camorristi locali
ai quali - in cambio dell'appoggio dato- erano state promesse numerose
prebende, tra le quali l'occupazione di posti pubblici. Di questo viene
accusato proprio don Liborio. Sarò felice se questa tesi (che non è
solo mia) potrà essere confutata. Chi si occupa serenamente della
storia della propria terra non ha timore di vedere smentita una tesi
che ha sempre sostenuto. E' uno stimolo a confrontarsi che non dispiace
a chi valuta gli avvenimenti con distacco scientifico unito
all'orgoglio dell'appartenza.
Il suo p.s. mi trova assolutamente d'accordo.
Non ho difficoltà a collaborare sul tema che mi è più congeniale. Ho
dato un'occhiata veloce alla biblioteca. Sono testi che possiedo,
tranne uno. Avremo modo di parlarne in seguito, spero.
La saluto cordialmente
Valentino Romano
P.S.: nel mio archivio ci dovrebbe essere un documento autografo di
don Liborio (se non ricordo male si tratta di qualcosa relativa ad una
divisione ereditaria con i fratelli). Se può interessare la sua
associazione sarò lieto di rintracciarlo e di fargliene dono.
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